Se mi vuoi bene

Fausto Brizzi e l’ironia sui finti giovani depressi

Sull’onda dell’entusiasmo del precedente libro “Cento giorni di felicità” (edito da Einaudi, 2013), Fausto Brizzi, regista cinematografico affermato, approfittando di un’estate lontana dai set, ha scritto un nuovo romanzo: “Se mi vuoi bene” (edito da Einaudi), da oggi in libreria. «E’ un altro Fausto immaginario, che percorre quella vita che avrebbero voluto da me i miei genitori, e cioè quella dell’avvocato», racconta il regista romano. «Immaginandomi questa realtà alternativa, ovviamente, ora sarei un depresso di mezza età».Fausto Brizzi
Il protagonista di questa commedia, capace di farci commuovere e allo stesso tempo sorridere, è caratterizzato dagli stessi gusti, le passioni e i difetti dell’autore, che entra però in depressione quando, all’età di quarantasei anni, scopre che tutte le persone che ama non hanno tempo per lui e per le sue paure. Capisce così che nemmeno lui si è mai davvero occupato di loro. Nel tentativo di uscire dalla palude emotiva in cui è precipitato decide di adoperarsi in modo attivo per i suoi cari, facendo del bene a chi vuole bene. Il risultato è inevitabile: con la precisione di un cecchino distrugge l’esistenza di ognuno di loro.
«In realtà è un libro sul grosso equivoco della beneficenza», puntualizza Brizzi. «La verità è che fare la beneficenza significa fare del bene e non, ad esempio, donare dei soldi. Fare del bene si intende donare del tempo e delle energie per migliorare la vita di qualcun altro».
Il libro è pervaso dalla nostalgia, caratteristica tipica dello stesso Fausto Brizzi, legato a molte passioni e tendenze tipiche della sua età più giovanile. Curioso anche il modo in cui l’autore stila una sorta di classificazione degli esseri umani, dividendoli in primisti, durantisti e dopisti: nella prima categoria rientrano le persone che guardano in continuazione al passato; nella seconda ci sono coloro che pensano solo all’oggi, ovvero quelli del “carpe diem”, e infine la categoria delle cosiddette “anime elette”, ovvero quelli che guardano al futuro, come gli scienziati, gli inventori, i migliori tra gli artisti, ecc.

“Se mi vuoi bene” molto probabilmente diventerà anche un film, non appena gli altri progetti cinematografici già in corso verranno portati a termine. Ricordiamo che proprio in questi giorni Fausto Brizzi è in preparazione nel suo nuovo appuntamento col grande schermo, con una sua nuova pellicola dal titolo “Forever young”. «Questo film ha una comunanza di temi col mio ultimo libro. Parlo infatti della mezza età, ovvero del mondo dei finti giovani; la fascia tra i 30 e i 70 anni in cui tutti fanno le stesse cose». Non sarà quindi una commedia romantica, come per alcuni dei film precedenti realizzati da Brizzi, ma una vera e propria satira di costume in cui si prende in giro quella fascia di età in cui si è «troppo giovani per essere vecchi e troppo vecchi per essere giovani». Lo stesso regista si dichiara fermamente autorizzato a prendersi beffa di questa particolare categoria in quanto lui stesso se ne sente parte.
Vedere sempre un lato buffo, anche nelle situazioni drammatiche, è una peculiarità di Fausto Brizzi, che ha saputo sapientemente trasportare anche nelle proprie rappresentazioni cinematografiche e narrative. «Non riuscirei a girare una cosa drammatica senza stemperarla con l’ironia. Ne ho scritte diverse di cose drammatiche ma per girarle ci devo credere; così come per girare i film comici: mi devo divertire sul set; perché se non mi diverto io allora nemmeno gli spettatori si divertiranno».